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La fusione tra ITA e Lufthansa ha tutti i connotati di un’operazione che finirà col demolire quel che resta dell’ex Alitalia a ulteriore danno dei lavoratori, che verranno sacrificati a causa dei tagli richiesti per ottenere l’assenso dell’UE. Le condizioni richieste da Bruxelles per avallare l’operazione di acquisto congiunto della compagnia aerea ITA da parte di Lufthansa e dello Stato italiano sono inaccettabili da parte di un governo che proclama di voler difendere gli asset strategici nazionali e gli interessi dei propri cittadini. Di certo c’è che se dovesse passare la formula voluta dalla Commissione Europea si avrebbero nuove riduzioni di asset e organici a scapito dei dipendenti.
Da tempo seguo le sorti dell’ex compagnia di bandiera, di recente in particolare ho rilevato le criticità della recente vendita degli slot aeroportuali: i permessi di atterraggio e decollo non potevano essere venduti da una compagnia all’altra secondo le norme UE, ma avrebbero dovuto far parte di un complessivo trasferimento di ramo d’azienda, in cui andava trasferito, con i beni e le attività, anche il personale addetto. Nel passaggio degli asset aziendali da Alitalia a ITA invece non è stato incluso il trasferimento del personale necessario
all’operatività dei servizi di volo e di terra trasferiti: un’evidente violazione della normativa europea.
Oggi come rappresentante della Democrazia Cristiana non intendo assistere in silenzio alla demolizione e svendita della nostra compagnia aerea nazionale, che serve e deve continuare a servire il nostro Paese in primis e gli interessi dei nostri operatori turistici, dei nostri lavoratori, studenti e tutti gli Italiani tutelando il lavoro di chi vive e risiede nel nostro Paese.
europa.today.it/economia/ue-bo

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[2024-01-27 12:22 UTC]

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