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CAMPO LARGO, POLITICA STRETTA.
Puntuale come le tasse torna la discussione sul "Campo largo".
Discussione surreale perché non si è mai manifestato, perché le differenze tra i partiti che dovrebbero comporlo sono abissali - a partire dalla politica estera - e perché non ci sono elezioni politiche.
Non c'è modo migliore per aiutare la destra al Governo, oggi in grande difficoltà, che parlare di alchimie politiche.
Dovere delle opposizioni è invece proporre soluzioni sulle questioni che interessano i cittadini: 1) salari (non solo il salario minimo; 2) sanità (dove da un mese e mezzo aspettiamo un risposta alla nostra proposta); 3) scuola; 4) PNRR e industria 4.0; 5) una controproposta sulle riforme istituzionali. Su questi punti invitiamo le altre opposizioni a lavorare rapidamente.
Il problema delle piazze è che sono un meccanismo identitario che mobilita i cittadini sempre e solo contro qualcuno e qualcosa. In questo le piazze di destra e di sinistra si equivalgono.
Il momento dell'entusiasmo, del "siamo tantissimi", cede presto il posto alla consapevolezza che la stragrande maggioranza degli italiani è completamente assuefatta a questi riti.
Ma è proprio la riduzione della politica al "voto contro" che ha portato la democrazia italiana a questi livelli di partecipazione.
Nella seconda Repubblica abbiamo perso più di venti punti di partecipazione alle politiche. Dieci negli ultimi cinque anni. Trenta in cinque anni alle Regionali.
Forse è arrivato il momento di voltare pagina e smetterla di considerare la politica un conflitto di "curve calcistiche". Altrimenti alle prossime competizioni elettorali basteranno un paio di stadi per contenere gli elettori.

🐦🔗: nitter.cz/CarloCalenda/status/

[2023-11-13 07:08 UTC]

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