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RT by @CarloCalenda: Sul fronte manovra ancora un pasticcio, questa volta sugli incentivi alle madri lavoratrici, che in fretta e furia vengono ridotti solo a un anno e per una categoria ristretta di lavoratrici. È evidente che la norma così non può funzionare e le polemiche servono a poco: va trovata una soluzione.
La norma non funziona perché restringendo all’osso la platea finisce per non essere, come si vorrebbe, un incentivo al lavoro per tutte le donne con figli. La questione ormai nota a tutti è che incentivare il lavoro femminile serve per aumentare il Pil del Paese, la cui crescita sta rallentando e tornando ai decimali.
La nostra proposta @PER__Italia è usare l’assegno per i figli, che già prevede un aumento se lavorano entrambi i genitori. Oggi l’importo è a un massimo di 30 euro al mese a figlio, basta rafforzarlo: incentiverebbe ulteriormente il lavoro delle donne (lo ha dimostrato Banca d’Italia qui: bancaditalia.it/pubblicazioni/) e sarebbe una misura per tutte le madri lavoratrici, non solo per un gruppo privilegiato di categorie.
L’assegno per i figli aveva chiuso una volta per tutte con le discriminazioni, quelle tra lavoro dipendente e autonomo e tra diverse tipologie di contratti: rafforzandolo si includerebbero le partite IVA, le libere professioniste, le lavoratrici domestiche e tutte quelle madri lavoratrici a tempo determinato che questa norma esclude. Davvero il governo vuole in un sol colpo fallire l’obiettivo e discriminare tutte queste categorie?

🐦🔗: nitter.cz/elenabonetti/status/

[2023-11-05 12:27 UTC]

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