Il Ministro
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torna oggi all’attacco, annunciando che l’Italia sarà il primo Paese a varare un divieto assoluto sulla
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, compreso quello di importazione.
Al netto della legittimità in ambito europeo di questo divieto, Lollobrigida definisce la carne coltivata un prodotto “finto” perché realizzato “in laboratorio”: di questo passo vieterà anche i farmaci?
Ne discuteremo da lunedì alla Camera, ma quella della maggioranza sarebbe una (ennesima) scelta reazionaria destinata a penalizzare l’Italia, ad escluderla dalla frontiera della produzione alimentare, ad impedire che le imprese italiane possano fare ricerca e innovazione su quello che, ad oggi, appare un settore innovativo e promettente anche dal punto di vista economico.
La sfida non è quella di obbligare qualcuno a mangiare carne coltivata o a evitare i prodotti tradizionali italiani, come sembrerebbe nella visone provinciale di chi vuole una proibizione ideologia e pregiudiziale alla carne coltivata, bensì quella di una produzione su larga scale di proteine per l’alimentazione di una popolazione che ha già superato gli 8 miliardi. E di farlo senza ricorrere alla macellazione e riducendo l’impatto ambientale, anche sul clima.
Imporre agli scienziati e alle imprese italiane di non partecipare, almeno in patria, a questa sfida è insensato e antitaliano.
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[2023-11-04 14:35 UTC]