Oggi su La Nazione parlo del tragico attentato di ieri a Bruxelles, del rischio terrorismo, della difficile situazione geopolitica e di come l'Europa debba tornare ad essere protagonista.
Ero nella capitale belga il 22 marzo del 2016, quando un comando islamista fece tre attentati, di cui uno alla stazione, procurando 32 morti. Vissi da Strasburgo, l’attentato del dicembre 2018, che causò 5 morti, tra i quali quello del giovane giornalista Antonio Megalizzi. Il timore è di ripiombare nel clima di quegli anni.
𝐋𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭à è 𝐢𝐧 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚𝐫𝐦𝐞, 𝐥𝐞 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐬𝐞. 𝐒𝐢 𝐫𝐢𝐯𝐢𝐯𝐞 𝐮𝐧 𝐟𝐢𝐥𝐦 𝐠𝐢à 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨. 𝐆𝐥𝐢 𝐞𝐬𝐭𝐫𝐞𝐦𝐢𝐬𝐦𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐦𝐮𝐨𝐢𝐨𝐧𝐨 𝐦𝐚𝐢.
Esattamente, basti pensare a quello che avvenne in Francia, la strage del Bataclan nel 2015 e le similitudini con quella di pochi giorni fa durante il rave party nei pressi della Striscia di Gaza. Nel mirino dei terroristi, giovani che si stavano divertendo, vittime sacrificali di una pervicace cultura dell’odio
𝐋'𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐢𝐨𝐦𝐛𝐚 𝐧𝐞𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐜𝐮𝐛𝐨. 𝐎 𝐟𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 è 𝐦𝐚𝐢 𝐮𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚... 𝐥'𝐎𝐜𝐜𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐢𝐦𝐛𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐫𝐞.
Sono la democrazia e la libertà, gli avversari principali dell’Isis e di Hamas. Quindi i nostri valori, la nostra storia ma anche la nostra quotidianità. Per questo, non possiamo fare un passo indietro, e difendere la nostra civiltà, il nostro modo di vivere.
𝐈𝐥 𝐝𝐢𝐚𝐥𝐨𝐠𝐨. 𝐋𝐨 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐏𝐚𝐩𝐚, 𝐜𝐞 𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚. È 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐥𝐭𝐢𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐚𝐝𝐞𝐬𝐬𝐨? 𝐈𝐥 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞? 𝐎 𝐠𝐥𝐢 𝐔𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐧𝐨 𝐚 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚
"Dell’Europa le ho detto, serve che Bruxelles torni protagonista, e non un semplice attore dello scacchiere. Io non credo ad un eventuale contrapposizione con gli Usa, ma ad una cooperazione virtuosa, come è stato durante gli anni migliori dell’Alleanza Atlantica. Tra le priorità della nuova legislatura che si aprirà dopo il 9 giugno, scriverei esercito europeo, difesa comune".
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[2023-10-17 10:48 UTC]